Le aste immobiliari il più delle volte hanno un andamento lineare. Un bene immobile pignorato viene messo in vendita dal tribunale a prezzi decisamente inferiori rispetto al mercato tradizionale; si aggiudica la casa colui o colei che ha offerto il prezzo più alto e che salda la somma nei modi e nei tempi indicati dalla legge e dall’avviso di vendita del tribunale esecutivo.
Il passaggio di proprietà dell’immobile aggiudicato non avviene al momento della conclusione dell’asta ma dopo l’emissione del decreto di trasferimento. Durante questo arco temporale, la cui durata dipende dal carico di lavoro delle cancellerie, il debitore e il creditore possono presentare ricorso verso l’asta giudiziaria. Le conseguenze del ricorso dipendono da diversi elementi: il motivo alla base della contestazione, la presenza di eventuali errori del tribunale e molto altro ancora.
Spetta al giudice esecutivo stabilire se respingere il ricorso o accoglierlo, in quest’ultimo caso la vendita potrebbe essere annullata. Ma cosa succede se il ricorso contro l’asta giudiziaria viene presentato dopo l’aggiudicazione? Ecco cosa prevede la legge e quali sono le conseguenze per il debitore e per l’aggiudicatario.
In quali casi si può annullare l’asta
L’annullamento dell’asta a seguito di un ricorso è un’ipotesi poco diffusa ma non impossibile. La legge ammette il ricorso alle vie legali in presenza di particolari situazioni, deve trattarsi però di errori gravi, insanabili che si possono dimostrare in giudizio. In sintesi, ecco 3 ipotesi gravi in cui il debitore, il creditore o altri soggetti interessati possono fare ricorso contro l’asta giudiziaria:
- se l’immobile all’asta rischia una svalutazione eccessiva, ad esempio dopo diverse aste deserte
- in presenza di possibili illeciti, come il reato di turbativa d’asta
- se l’esecuzione è rivolta verso la persona sbagliata
- qualora il creditore rinunci alla procedura
- in caso di cartella esattoriale iscritta a ruolo ma non notificata al debitore
Come funziona il ricorso contro l’asta giudiziaria
Il debitore (o altri soggetti interessati) può adire per vie legali sia prima che dopo l’inizio della vendita giudiziaria. Nel caso in cui la contestazione avviene durante il pignoramento, il debitore tramite avvocato deve depositare l’opposizione alla procedura, invece se la vendita all’asta è già iniziata dovrà presentare un ricorso.
Una volta eseguito questo adempimento, è necessario attendere la decisione del giudice esecutivo che, a sua discrezione, valuta se accogliere o respingere il ricorso contro l’asta giudiziaria.
L’aggiudicatario a quel punto non può fare molto se non rimettersi alla decisione del tribunale sperando che durante la vendita non siano stati commessi errori gravi.
Che succede dopo il ricorso all’asta giudiziaria?
Nell’ipotesi, rara ma possibile, che il debitore o il creditore facciano ricorso contro l’asta giudiziaria possono venirsi a creare due scenari:
- se la vendita non si è ancora conclusa, il giudice potrebbe sospendere l’asta e restituire le caparre versate dai partecipanti
- se la vendita si è conclusa con l’aggiudicazione, il giudice potrebbe optare per l’annullamento e, a quel punto, deve restituire la somma versata con il saldo del prezzo
In conclusione, se l’asta viene annullata per qualche motivo a seguito di ricorso, l’aggiudicatario non deve temere di perdere i soldi! Quanto speso gli sarà restituito integralmente sul conto dal quale è partito il bonifico.
Le aste giudiziarie sono un metodo vantaggioso per comprare la prima casa o fare un investimento. Anche se la legge ammette di partecipare in autonomia molte persone preferiscono affidarsi a professionisti del settore. Per questo è nato il servizio di Immobiliallasta.it, un portale online autorizzato dal Ministero della giustizia dove trovare annunci completi e dettagli e chiedere di essere seguito da personale competente. Cosa aspetti a dare un’occhiata?