Può accadere che il custode rifiuti la visita dell’immobile in asta, arrecando un danno a coloro che intendono partecipare alla vendita giudiziaria. I motivi alla base del rifiuto possono essere i più svariati: richiesta tardiva, opposizione del debitore che abita nell’immobile, difficoltà nel coordinare gli impegni.
Questo comportamento è possibile? Cosa dice la legge e che fare per opporsi al rifiuto? Lo vedremo in questo nostro approfondimento, con tutti i dettagli che merita la questione.
Il custode può rifiutare la visita della casa all’asta?
Organizzare le visite negli immobili pignorati in asta rientra tra i compiti del custode giudiziario.
Per tale ragione, il custode non può – senza una valida motivazione – rifiutare le viste di coloro che desiderano vedere l’immobile personalmente. Quest’obbligo è previsto dalla legge all’articolo 560 C.d.c.:
“Gli interessati a presentare l’offerta di acquisto hanno diritto di esaminare i beni in vendita entro quindici giorni dalla richiesta. La richiesta è formulata mediante il portale delle vendite pubbliche e non può essere resa nota a persona diversa dal custode. La disamina dei beni si svolge con modalità idonee a garantire la riservatezza dell’identità degli interessati e ad impedire che essi abbiano contatti tra loro.”
In sintesi, il custode deve adoperarsi affinché gli interessati a partecipare all’asta esaminino l’immobile, lasciando loro la possibilità di fare foto e video, salvo particolari divieti (ad esempio in presenza di minori). Ed anche il debitore esecutato deve consentire, in accordo con il custode, che l’immobile sia visitato dai potenziali acquirenti.
Detto questo, è evidente che il custode giudiziario non possa rifiutare o imporre condizioni alla visita della casa all’asta. Inoltre il custode deve per legge fare in modo che il debitore non danneggi i beni mobili sottoposti al pignoramento.
Che fare se il custode rifiuta la visita
Il rifiuto del custode è da intendersi come un comportamento contrario ai canoni di diligenza previsti dalla legge in ragione del suo incarico.
In caso di rifiuto ingiustificato (ipotesi per fortuna rara) noi di Immobiliallasta.it consigliamo ai nostri clienti di insistere presentando una nuova richiesta ai contatti del custode, che sono indicati nell’ordinanza di vendita.
Se questa strategia non dovesse funzionare, allora è il caso di formulare una istanza di visita in maniera formale.
Se il rifiuto si protrae, non resta che contestare il fatto al giudice dell’esecuzione, indicando il numero della procedura e descrivendo dettagliatamente l’accaduto. Per farlo bisogna inviare una nota scritta alla cancelleria delle esecuzioni immobiliari del tribunale.
Tuttavia, prima di procedere con questa via, è sempre meglio leggere con attenzione l’ordinanza di vendita e verificare se al suo interno il giudice abbia dato particolari indicazioni sulla modalità di svolgimento delle visite.
Quali sono le conseguenze del rifiuto per il custode?
Il rifiuto alle visite degli immobili all’asta potrebbe avere delle conseguenze penali in capo al custode. Secondo una parte della dottrina giuridica, questo comportamento può integrare il reato di “Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice” (articolo 388 del C.p):
“Il custode di una cosa sottoposta a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo che indebitamente rifiuta, omette o ritarda un atto dell’ufficio è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a cinquecentosedici euro”.
A questa accusa potrebbe aggiungersi quella di Turbativa d’asta se viene provato che dietro il rifiuto del custode ci sia un piano per manipolare l’esito della vendita giudiziaria.